Sicuramente avrete sentito o letto della decisione della Russia di staccarsi da Internet. La motivazione ufficiale sostiene la necessità di proteggersi dai continui attacchi hacker di Anonymous provenienti dall’esterno.
Il motivo reale però risiede nella necessità da parte delle istituzioni di un maggior controllo sui contenuti inerenti il conflitto in corso: la violazione delle norme recentemente approvate dalla Duma prevede pene detentive fino a 15 anni. La discrezionalità interpretativa dei messaggi da parte delle istituzioni preposte crea ovviamente un vulnus nella comunicazione pubblica, anche quella aziendale.

Quali sono dunque gli impatti per le imprese italiane con filiali russe? Quale destino per i propri siti web? E per le piattaforme di ecommerce? Come verranno pagate le eventuali transazioni? Abbiamo girato queste ed altre domande a Giulio Gargiullo , specializzato in digital marketing sul mercato russo e autore di un libro sul tema .
La situazione non è semplice: a partire dalla residenza digitale dei propri servizi di hosting per arrivare alla gestione degli ecommerce in valuta locale, è necessario ripensare – se indispensabile – la propria infrastruttura tecnica e amministrativa. Probabilmente, però, viste le incertezze dovute ad una situazione fluida in costante mutamento e al tracollo dell’economia russa, è necessario considerare il blocco delle attività fino a che la situazione non si sia stabilizzata. Il rischio di perdite ingenti, difatti, è molto elevato.

Il podcast completo è disponibile QUI per l’ascolto

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